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giovedì 28 aprile 2011

Alexander McQueen e la teschiomania


Trasgressivo, provocatorio, innovativo e geniale, “l’hooligan della moda inglese”
questi gli aggettivi per definire il carattere e lo spirito del famoso stilista inglese Alexander McQueen, lo stilista dei teschi.
Già, perchè si pensava che fosse finita la stagione degli skull scarf, ma la sua  morte prematura, hanno riconfermato la tendenza anche in questa stagione.

È stato trovato morto impiccato, , nella sua abitazione londinese, l'11 febbraio 2010 all'età di 40 anni.



Figlio di un tassista, Alexander McQueen lascia la scuola all'età di 16 anni per entrare subito nel mondo del lavoro. Dopo aver lavorato per Savile Row, per Gieves & Hawkes e per i celebri costumisti teatrali Angels e Bermans, all'età di 20 anni McQueen si trasferisce a Milano per lavorare per Romeo Gigli. Nel 1992 ritorna a Londra per completare la propria formazione presso la prestigiosa Saint Martin's School of Art.
Nel 1999, a Londra, ha realizzato una sfilata provocatoria in cui comparivano la modella Aimee Mullins, amputata delle gambe, che a grandi passi ha attraversato la passerella su protesi in legno finemente intagliato, e dei robot per la verniciatura delle auto che spruzzavano su abiti di cotone bianco.




Sulla sua ultima passerella, a Milano moda uomo, lo scorso gennaio, McQueen era sembrato in forma come sempre: con un sound di musica celtica cantata da Sting, immortalato come un homeless sul cartoncino d'invito, il talentuoso designer aveva proposto ossa e teschi – due "temi" che fanno letteralmente impazzire il mondo della moda – stampati digitalmente su tutti i capi, come al solito perfettamente tagliati.


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