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martedì 11 gennaio 2011

Stasera Gobbi!

Sembra strano lo so, eppure anche se assomiglia al sedano, appartiene alla famiglia del carciofo. E' un ortaggio difficile da coltivare il cardo.
E' un ortaggio invernale.
 I suoi gambi piuttosto duri e di sapore amarognolo, per limitare l'amaro, devono essere coltivati il più possibile in assenza di luce che li rende chiari e candidi (imbiancamento) e deve subire l'effetto delle gelate invernali che li renderà più teneri.
I gambi devono essere bianchi e compatti senza tracce di verde, altrimenti saranno duri e amari. Quelli che tendono ad aprirsi non saranno più molto freschi!
Ha pochissime calorie il cardo, sazia ed è ricco di calcio, potassio e sodio.
Per conservarlo si può tenerlo appeso.
Pulizia e pulitura del cardo richiedono molto tempo. Si eliminano le coste più esterne dure e filamentose e si lavano e tagliano a pezzi le altre lasciandole in acqua acidulata perchè non anneriscano.
Il Gobbo, come viene chiamato in Toscana è in realtà una varietà di cardo più tenera e dolce che è possibile consumare anche cruda o in pinzimonio.
Il cardo gobbo deve il suo nome alla coltivazione a cui viene sottoposto, infatti il gambo viene piegato e posto sotto terra. Il cardo di suo non crescerebbe gobbo! Ma quando la pianta a metà settembre viene messa sottoterra in una buca ampia e  adagiata di fianco  piegando le foglie con attenzione perchè non si spezzino e viene ricoperta  da dieci, venti centimetri di terra, dipende dal freddo che fa e la si lascia lì, viva e prigioniera, nel buio della terra che la protegge dal gelo, ecco che i cardi si sforzano di liberarsi e protendersi verso la luce e così facendo si gonfiano e incurvano ingobbendosi.
Il buio interrompendo la fotosintesi clorofilliana li renderà così bianchi e teneri. Dopo circa un mese di interramento i cardi verranno finalmente liberati!!
Nella mia ricetta di "Cardi al forno alla Toscana"  i gambi vengono bolliti in acqua salata con l'aggiunta di un cucchiaio di farina e succo di limone fino a raggiunta cottura. Scolati e lasciati raffreddare in uno strofinaccio per assorbire l'acqua rimasta saranno poi ripassati in padella con del burro e successivamente disposti in una pirofila con besciamella e parmigiano grattugiato. Il piatto sarà pronto dopo circa trenta minuti di forno a 200 gradi.

Insieme al tartan, il cardo è forse il simbolo che identifica maggiormente gli scozzesi, e oggi lo si vede usato per contraddistinguere come scozzesi una serie di prodotti, servizi e organizzazioni. Una leggenda racconta che un manipolo di guerrieri scozzesi stavano per essere sorpresi nel sonno da un gruppo di vichinghi invasori, e si salvarono solo perché uno degli attaccanti mise un piede nudo sopra un cardo selvatico. Le sue grida diedero l'allarme e gli scozzesi, risvegliati, sconfissero come di dovere i danesi. In segno di ringraziamento la pianta fu chiamata Guardian Thistle (cardo protettore) e venne adottata come simbolo della Scozia.
Non esiste alcuna testimonianza storica che sostenga questa leggenda, ma qualunque siano le sue origini, il cardo è stato un simbolo scozzese importante per più di 500 anni.

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